Domenico da Terranuova Sicuramente, tra i personaggi che emergono dalle “Vite” di Giorgio Vasari, va annoverato anche Domenico da Terranuova, detto Menighella. Occorre, comunque, rilevare, che lo storico aretino non è certo indulgente nei suoi confronti, perché lo descrive come pittore dozzinale e goffo. Comunque, il nostro pittore, qualche pregio doveva pure averlo poiché, nel 1515, conosciuto Michelangelo ne diventa subito amico anzi, l’artefice fiorentino, lo userà per diversi anni come esattore e al quale regalerà anche molti disegni. Vasari ci narra che Michelangelo aveva piacere di certe sorte uomini a suo gusto come il Menighella pittore dozzinale e goffo di Valdarno, che era persona piacevolissima, il quale veniva talvolta a Michelagnolo, che gli facesse un disegno di S. Rocco o di S. Antonio per dipignere a contadini. Michelagnolo, che era difficile a lavorare per i re, si metteva giù lassando stare ogni lavoro, e gli faceva disegni semplici accomodati alla maniera e volontà, come diceva Menighella: e fra l’altre gli fece fare un modello d‘un Crocifisso, che era bellissimo, sopra il quale vi fece un cavo, e ne formava di cartone e d’altre mesture, ed in contado gli andava vendendo, che Michelagnolo crepava delle risa; massime che gl’intravveniva di bei casi, come un villano, il quale gli fece dipingere S. Francesco, e dispiaciutoli che ‘l Menighella gli aveva fatto la vesta bigia, che l’avrebbe voluto di più bel colore, il Menighella gli fece in dosso un piviale di broccato, e lo contentò. La singolarità di Menighella, sia pur legata a Michelangelo, colpisce anche l’attenzione di Giovanni Papini che nel suo “Dante e Michelangelo” ricorda il pittore di Terranuova come uomo di sangue caldo, che teneva al suo onore e sapeva di poter contare sulla protezione di artisti assai potenti presso i potenti. In particolare, Papini, si riferisce alla vicenda del 20 luglio 1518, quando Menighella ferisce, a Roma, un oste ed è costretto a fuggire. Michelangelo, continua Papini, che l’aveva fatto suo esattore e perciò lo stimava galantuomo, non si scandalizzò per il fattaccio di Roma e seguitò ad aiutarlo. Dell’arte di Menighella non esiste nessuna opera certa. Tuttavia, nel Palazzo Comunale di San Giovanni Valdarno (Arezzo) è conservata una tela cinquecentesca, Andata al Calvario, a lui attribuita. RC